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TREKKING in ETIOPIA sui MONTI del SIMIEN
immagini ed impressioni - novembre 2011
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Un trek in Etiopia, nei Monti Simien... che idea curiosa!
L'Etiopia, rifletto cercando di far mente locale, non ha i deserti della Namibia, o i grandi parchi del Kenya e della Tanzania, o famose montagne come il Kilimangiaro o il Ruwenzori. Tutto quello che riesco a evocare sono solo immagini frammentarie: il Corno d'Africa, siccità bibliche, Haillé Selassié, la guerra abissina, Lucy.
Idee poche ma confuse, come si dice.
Eppure Giorgio e Orietta, di "Montagna e Natura", non propongono mai spedizioni a caso, tutt'altro; e allora vale la pena approfondire. Comincio dunque le mie indagini, ed ecco emergere la sorprendente immagine di un paese ricco di cultura, misticismo, bellezze naturali.Un paese in grado di offrire tradizioni che risalgono ai tempi di Re Salomone, affascinanti architetture (le chiese ipogee di Lalibela, le steli di Axum, i castelli di Gondar), incredibili paesaggi (i Monti Simien, la Dancalia), esperienze antropologiche e naturalistiche uniche (la Valle dell'Omo), tanto per citare qualcosa.
Più mi documento, e più cresce il convincimento che questa spedizione è da non perdere.
... E' così che mio sono ritrovato, con mia moglie Francisca e gli amici Raffaele, Gabriella e Angela, a far parte di un gruppo di diciassette persone (tutte giovanissime, se non per l'anagrafe almeno per l'entusiasmo e la determinazione) impazienti di iniziare il trek.
E felici, alla fine, di averlo compiuto.
Certo, a volte la fatica si è fatta sentire. A volte il disagio delle notti rigide in quota o la sveglia antelucana è stato un po' deprimente. Ma nulla che non venisse cancellato rapidamente dal primo sole o da un nuovo magico scorcio di paesaggio.
I Monti Simien hanno regalato al nostro andare emozioni uniche.
Un passo dopo l'altro, abbiamo contemplato vette rocciose, pinnacoli e guglie alternarsi a orridi vertiginosi e poi a carezzevoli colline, e i boschi di acacia o erica cedere ai campi biondi di orzo e miglio, in un paesaggio sempre mutevole che reclamava ogni momento la nostra stupita attenzione. Un passo dopo l'altro abbiamo attraversato villaggi dove la gente ci guardava divertita, e frotte di bambini ci correvano incontro cinguettando il sellam di saluto in un mare di manine come farfalle che volevano stringere le nostre; abbiamo visitato povere scuole dove un manipolo di volenterosi insegnanti cerca di scolarizzare centinaia di giovani allievi; abbiamo visto povertà estreme eppure mai squallide: perché il sorriso della gente, da quelle parti, è una risorsa inesauribile.
Un passo dopo l'altro siamo passati accanto a branchi di babbuini gelada, abbiamo avvistato l'elegante lupo etiope, ammirato la corsa impetuosa dell'antilope, mentre sopra le nostre teste rapaci maestosi disegnavano lenti cerchi nel cielo. Un passo dopo l'altro abbiamo imparato ad apprezzare la gentilezza del nostro accompagnatore Marco, la professionalità della guida Fantaye, la creatività del cuoco Tchaina, l'attenzione con cui i nostri severi scouts vigilavano su di noi.
Un passo dopo l'altro, ecco ciò che secondo me da senso e rende magico il trek: un puro andare che ti porta a essere partecipe e parte di ciò che ti circonda.
Averlo potuto compiere in un contesto così straordinario è stato un privilegio e un dono di cui esser grati ai luoghi e alla gente che ci hanno ospitati.
Mauro Poggi
"Cosa dire di un paese che mi ha preso il cuore - amo l'Africa ma mai come questa volta mi sono sentita così vicina a questa parte di mondo, così lontana dalle nostre abitudini, dal nostro modo di vivere e di pensare ma così piena di calore e semplicità.
Gli occhi dei bambini che mi guardavano con un'intensità così dolce che hanno riportato a galla la parte più profonda che ognuno di noi, per difendersi, cerca di nascondere. La loro semplicità nel sorridere nel prenderti la mano e accompagnarti per un tratto di strada semplicemente per la voglia di camminare con te, ci fa capire che i veri "poveri" siamo noi che abbiamo bisogno sempre di qualcosa in più.
Consiglio questo viaggio a coloro i quali amano stare a contatto con una natura che ti avvolge di colori e di calore, di semplicità e di forza ma nello stesso tempo ti fa capire che la vita può essere stupenda se accetti quello che ti offre.
Carla Albertoli
ADIS ABEBA
Cielo plumbeo su Adis Abeba, vista da nord dai Monti Entoto
Cerimonia religiosa nella chiesa copta di Entoto Maryam
GONDAR
In volo verso Gondar, coltivazioni nei pressi del Lago Tana
Gondar dalle colline a nord della città
La bella chiesa di Debre Berhan Selassie
La cittadella imperiale di Gondar
I bagni di Fasiladas a Gondar
Il colorato mercato di Gondar
TREKKING nel PARCO NAZIONALE dei MONTI DEL SIMIEN
1° giorno
Viaggio in autobus privato da Gondar a Debark, sede del Parco Nazionale.
Lungo la strada che da Gondar porta a Debark, entrata del Parco Nazionale dei Monti Simien
Le polverose strade di Debark
2° giorno
Si entra nel parco e si inizia il trekking da Sankaber, subito con affascinanti vedute, incontri con i babbuini gelada, la vertiginosa cascata sul fiume Jinbar, alta più di 500m, i voli delle aquile e degli avvoltoi...poi i continui incontri con i bambini che come folletti spuntano in continuazione lungo tutto il percorso...la tappa si conclude al campo di Gech (3580m)
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3° giorno
Dal campo di Gech alla vetta panoramica dell'Imet Gogo (3926m) in seguito lunga traversata passando dalla cima dell'Inatye (4070m) fino al campo di Chenek (3600m)
4° giorno
Dal campo di Chenek si sale al Bwahit Pass (4200m) per poi con lunghissima discesa raggiungere il fiume Mesheha (2750m) da dove con altra salita si guadagna il villaggio di Ambiko (3200m) dove si pone il campo base per la salita al Ras Deshan
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